Domenico Luciani è nato nel 1936 e si è laureato in architettura a Venezia, dove è stato allievo di Giuseppe Samonà e altri grandi maestri che hanno segnato la storia di quella scuola dagli anni cinquanta in avanti.
Architetto, urbanista, paesaggista, è una personalità molto nota nel mondo della cultura veneta. Ha compiuto molteplici esperienze nel campo della politica culturale e territoriale. Ha progettato e realizzato opere di architettura pubblica e privata, e collaborato negli anni '60 all'elaborazione di alcuni piani urbanistici, tra i quali Venezia e Treviso; ma il centro d'interesse della sua attività professionale è la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale. Negli anni Ottanta raccoglie l’invito di Luciano Benetton a collaborare con lui per creare un centro di cultura nella loro città e nasce la Fondazione il cui principale campo di ricerca riguarda il governo e il disegno del paesaggio, dei luoghi vicini ma anche di quelli di ogni altra parte del mondo, con particolare attenzione per l’ Europa e il Mediterraneo, nello spirito della Convenzione Europea del Paesaggio. Dal 1987 la Fondazione Benetton svolge un’attività molto intensa attraverso convegni, seminari, laboratori sperimentali sulla vita e la forma dei luoghi, oltre a pubblicazioni per la loro conoscenza e tutela.
L’iniziativa che maggiormente connota il lavoro di ricerca in quest’ambito è il “Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino”. Fin dalla prima edizione del 1990, il Premio mette al centro dell’attenzione un luogo “particolarmente denso di natura e di memoria” al quale viene rivolta una campagna di studi e pubblicazioni che ha il suo apice, il secondo sabato di maggio, con la consegna del sigillo disegnato da Carlo Scarpa, in una cerimonia pubblica al Teatro Comunale di Treviso.
Solo pochi giorni fa è stato assegnato il ventiquattresimo Premio Carlo Scarpa per il quale è stato scelto un sito del tutto particolare, l’orto di Scrudur, situato in una zona remota dell’ Islanda, vicino a un fiordo e a pochi chilometri dal circolo polare artico.
Nessun luogo potrebbe essere più adatto del Museo Revoltella per ricordare una volta di più l’opera di Carlo Scarpa, grande maestro dell’architettura del ‘900, artefice della trasformazione della sede del museo negli anni Sessanta. Assieme ad alcune celebrità riconosciute universalmente come il toscano Piero Porcinai, Carlo Scarpa è, secondo Luciani, uno dei due-tre inventori di spazi aperti del '900. Nel suo catalogo figurano innumerevoli soluzioni studiate dall'architetto per le aree adiacenti l'architettura, sempre diverse e sempre fortemente caratterizzate dal suo gusto per la ricerca di preziosità, di assemblaggi inediti, di richiami all'antico e all'oriente.
Famosi alcuni giardini collegati a musei, come quello della Fondazione Querini Stampalia di Venezia o quello che si attraversa per entrare nel Museo di Castelvecchio di Verona, ma un fascino ancor più singolare esercita il rapporto con la natura che l'architetto è riuscito a "disegnare" inventando lo straordinario complesso della Tomba Brion di San Vito di Altivole. Dunque un uso del verde in funzione simbolica e come elemento inseparabile dall'architettura.
NELLE FOTO IMMAGINI DEL GIARDINO DELLA FONDAZIONE QUERINI STAMPALIA DI VENEZIA
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