sabato 20 luglio 2013

Omaggio a Eugenio Scomparini nel centenario della morte

Per celebrare il centenario della morte del pittore triestino Eugenio Scomparini (Trieste 1845 - 1913), artista di assoluto riferimento per la generazione dei pittori triestini nati nell’ultimo trentennio dell’Ottocento, sono state selezionate alcune opere rappresentative della sua intensa attività artistica (nella foto "Signora con abito bianco e cane" del 1912) , tra cui vi sono molti bozzetti e tele che per ragioni di spazio solo raramente possono venire esposte dal Museo Revoltella. Sono state collocate nella sala attigua all'auditorium del museo, al piano terra, e costituiscono una piccola ma preziosa mostra (l'ultima antologica risale al 1984) di un pittore che fu il maestro di tanti protagonisti dell'arte del primo Novecento a Trieste ma oggi è quasi dimenticato.
Ritrattista, disegnatore accurato e validissimo decoratore di interni, riprendendo la prestigiosa tradizione veneziana cinque-settecentesca, eseguì importanti lavori (quasi tutti perduti) per alcuni palazzi di personaggi influenti della ricca borghesia triestina, quali Palazzo Artelli e Palazzo Scuglievich, ed anche le decorazioni per i teatri di Trieste (sipario del Politeama Rossetti), Gorizia e Treviso. Le opere del Museo Revoltella, circa una sessantina tra dipinti e grafica, sono state cedute nel 1913, poco dopo la scomparsa del pittore, dalla vedova Nina dietro compenso di 5.000 corone, come si può leggere nella lettera di Nina Scomparini esposta. >>>


BIOGRAFIA



 
Nato da padre chioggiotto e da madre veneziana, Scomparini inizia la propria formazione artistica alla locale Scuola di disegno, seguendo le lezioni di Giovanni Moscotto. Assieme all’amico pittore Antonio Lonza (Trieste 1846 – 1918) prosegue gli studi artistici a Venezia, dove frequenta per un anno (1868-1869) i corsi di pittura di Michelangelo Grigoletti e Pompeo Molmenti all’Accademia di belle arti.
A Trieste presenta per la prima volta un suo lavoro nel 1871, quando partecipa all’Esposizione industriale e di belle arti organizzata dalla Società agraria e dall’Associazione triestina per le arti e l’industria. Il dipinto di Scomparini, intitolato Amleto (di cui è qui esposto un piccolo bozzetto) si fa notare dalla critica. L’interesse per il mondo del teatro porta l’artista a eseguire nello stesso anno anche un’Ofelia la cui riproduzione fotografica è conservata nell’archivio artisti del Museo Revoltella.
Nel 1873 viene nominato membro della Consulta artistica del Museo Revoltella, organo preposto a dare indicazioni e suggerimenti nel campo delle belle arti al Curatorio, quest’ultimo istituito fin dalla fondazione del Museo (1872) per il funzionamento e la gestione del Museo.




 
Ancora in compagnia di Antonio Lonza, grazie a una borsa di studio di 800 fiorini assegnata ai due artisti dal Consiglio municipale, può stabilirsi a Roma dal 1874 al 1877. Nella capitale Scomparini conosce e apprezza la pittura di Mariano Fortuny, notoriamente ricca dal punto di vista cromatico ed inventivo. Questa esperienza contribuirà a movimentare con più accese cromie i suoi articolati soggetti e a liberare le sue composizioni dalle rigidità accademiche della pittura di storia, pur mantenendo una certa precisione formale.
Nel corso degli anni ottanta, inizierà anche a studiare la multicolori scene mitologiche e allegoriche del pittore austriaco Hans Makart.
Nel 1883 è tra i principali fondatori del Circolo Artistico di Trieste e nel 1884, quando ufficialmente il sodalizio viene istituito, Scomparini assume la carica di vicepresidente. Alla morte del pittore Giuseppe Lorenzo Gatteri, nel dicembre del 1884, lo sostituisce in qualità di presidente. 


Allegoria della musica sinfonica




Nel 1886 il Museo Revoltella gli commissiona l’esecuzione del Trittico in onore di Pasquale Revoltella, oggi esposto stabilmente al terzo piano della Galleria, al termine del percorso della dimora storica. Il Trittico, corredato da una magnifica cornice istoriata e impreziosita da inserti in bronzo dorato, opera dell’ebanista milanese Daniele Lovati, rappresenta allegoricamente la Navigazione, l’Arte e l’Industria, simbolo del progresso e dell’epoca in continua evoluzione in cui viveva Pasquale Revoltella.
Nel 1887 Scomparini insegna disegno alle Scuole industriali, ruolo che manterrà fino al 1911.
Nel 1895 affida la carica di presidente del Circolo Artistico ad Antonio Lonza, mentre rimane impegnato come membro della commissione giudicatrice del concorso per giovani artisti istituito dalla Fondazione Rittmeyer. Nel 1907 accetta anche la nomina a membro del Curatorio del museo. Nel 1912 è impegnato nella sua ultima grande commissione: l’esecuzione del pannello Edilizia per la Cassa di Risparmio di Trieste.
Muore a Trieste il 17 marzo 1913.
Nelle foto: tre acquerelli con soggetti allegorici che rappresentano lavori preparatori per la decorazione di palazzo Scuglievich.
 
ALTRE OPERE DI EUGENIO SCOMPARINI ESPOSTE NELLA MOSTRA OMAGGIO ALLESTITA AL MUSEO REVOLTELLA




Autoritratto



E' quasi sicuramente l'ultimo autoritratto che dipinse Eugenio Scomparini, databile verso il 1912, poco prima della morte dell'artista, avvenuta quando aveva sessantotto anni. Presenta le caratteristiche dell'ultima fase dell'opera di Scomparini in cui il colore si fa più accesso e la pennellata più mossa. Il dipinto non faceva parte della collezione ceduta dalla vedova al Museo Revoltella, ma giunse nel 1958 con la donazione di Roberto Hausbrandt.




Baccanale

Tra i soggetti allegorici pervenuti con la collezione della vedova Nina Scomparini c'è questo "Baccanale", già pubblicato nel 1920 col titolo "Orgia romana" che presenta molte parti non finite.




Lo sbarco della nave




Festa campestre

Le due lunette, inserite in elaborate cornici dorate, fanno parte di un quartetto di dipinti a olio con soggetti allegorici che Scomparini utilizzò come bozzetti per la decorazione di Palazzo Artelli a Trieste, datata 1908. All'impresa parteciparono diversi artisti. Scomparini ebbe l'incarico di trattare quattro temi per la "Sala romana".




Bozzetto per un manifesto pubblicitario della ditta Vlahov, 1897

Sorprende quest'opera, pervenuta al museo con la collezione della vedova nel 1913, perché documenta l'impegno di Scomparini  nel campo della grafica pubblicitaria, rimasto comunque isolato. La ditta Vlahov era una distilleria di Zara che produceva maraschino. Non si sa se il manifesto sia stato realizzato.
 


Margherita Gauthier, 1890

Si tratta della prima opera di Scomparini acquistata dal Museo Revoltella. Non fa parte dunque del lascito della vedova del 1913. Particolarmente rappresentativa delle doti dell'artista sia per quanto riguarda la grandiosità della composizione che per il trattamento dei diversi materiali che compaiono nella scena, sete, pizzi, pelliccia, arazzo, fiori...l'opera  rivela anche la sua capacità di introspezione psicologica e traduce con molta precisione la descrizione di Dumas della fine della "Signora delle camelie"

 








1 commento:

  1. Mia nonna era pronipote di Eugenio Scomparini e la mia famiglia possiede alcuni suoi dipinti tra cui un autoritratto giovanile e un ritratto della moglie Nina Schiellin.

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