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La brama, Umberto Saba
(…) Con gli amici talvolta
Di te gioco mi prendo, assidua brama.
E v’ha tra questi uno a me caro, triste
Fra i tristi, e nell’aspetto
Della vita il più domo.
Gioie non ha, ch’io sappia,
Da te, ma lutto d’uomo.
Devotamente egli la mano stende,
Che d’ansia trema, a colorir sue tele.
Sopra vi pinge vele
Sopra vi pinge vele
Nel sole, accesi incontri
Di figure, tramonti sulle rive
Del mare e a bordo, e su ogni cosa un lume
Di santità, che dal suo cuore viene
E in altrui si riflette.
Di te nulla egli mette
Nell’arte sua di fanciullo, del tutto
Di te pare innocente. Or quegli in lunghe
Ore d’insonnia, per interi inverni
Che la sua mano un segno
Più non osa, non vecchio ancor, ma curvo
Come un vecchio, per te egli sogna cose
Quali poi spaventose
Gli sarebbero a udire, o nell’antica
Carne dell’uomo per suo strazio infitta
antica brama!
Porto, Umberto Saba
... A scordarla ancor m'aggiro io per il porto, come un levantino. (Trieste e una
donna].
Qui dove imberbi scritturali il
peso registravano, e curvi sotto il carico in fila
indiana sudati braccianti salivano scendevano oscillanti
scale dai moli agli alti bordi, preso fra bestemmie e muggiti, della vita
solo un pensiero a me era nocente.
Cercavo a quello un angolo
ridente. Molti, all'ombra di pergole, ne aveva la mia città inquieta. Mi premeva isolarmi con lui, mettere assieme versi, cavare dal suo male un bene.
Spero ancora un rifugio allo
stratempo.
Ecco: è stato miracolo trovarlo.Tutto, se chiedo, posso avere, fuori
quel mio cuore, quell'aria mia e quel tempo.
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Forse
traverso una catastrofe inaudita prodotta dagli ordigni ritorneremo alla
salute. Quando i gas velenosi non basteranno più, un uomo fatto come tutti gli
altri, nel segreto di una stanza di questo mondo, inventerà un esplosivo
incomparabile, in confronto al quale gli esplosivi attualmente esistenti
saranno considerati quali innocui giocattoli. Ed un altro uomo fatto anche lui
come tutti gli altri, ma degli altri un po’ più ammalato, ruberà tale esplosivo
e s’arrampicherà al centro della terra per porlo nel punto ove il suo effetto
potrà essere il massimo. Ci sarà un’esplosione enorme che nessuno udrà e la
terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di
malattie.
italo svevo da
La coscienza di zeno, 1923
Questo
rapporto intimo fra filosofo e artista, rapporto che somiglia al matrimonio
legale perché non s’intendono fra di loro proprio come il marito e la moglie e
tuttavia come il marito e la moglie producono dei bellissimi figliuoli
conquista all’artista un rinnovamento o almeno gli dà il calore e il sentimento
della cosa nuova come avverrebbe se fosse possibile di mutare una parte del
vocabolario e darci delle parole nuove non ammuffite dalla loro antichità e dal
lungo uso.
ITALO SVEVO da “soggiorno londinese”, 1927
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