Nell'ambito delle attività che vanno sotto il titolo "Revoltella contemporaneo", e che si svolgono in parallelo alla mostra "Museo illuminato" (quattordici artisti in dialogo con gli ambienti ottocenteschi di Palazzo Revoltella), il curatore Lorenzo Michelli propone ogni settimana una conversazione su aspetti e figure significative dell'evoluzione dell'arte contemporanea, dagli anni Sessanta ad oggi.
Le conversazioni hanno luogo al 6° piano, in mezzo alle opere di Fontana, Burri, Pomodoro, Capogrossi, ecc.
Il prossimo appuntamento è domani, mercoledì 5 marzo 2014 alle ore 17,30. Tema: Il "Palazzo Enciclopedico" della Biennale di Venezia: una piattaforma per le mille forme artistiche attuali.
Nell'ottica dell'individuazione delle ricerche emergenti nell'attualità, l'ultima edizione della biennale veneziana rappresenta infatti un ottimo strumento di indagine.
E’ per questo motivo che proprio questa rassegna è stata scelta dal curatore di questo ciclo di conversazioni, Lorenzo Michelli, come ultimo tema di analisi, con lo scopo di individuare alcune linee di ricerca e le proposte innovative che segnano il panorama artistico internazionale.
Il Palazzo Enciclopedico di Massimiliano Gioni ha sopreso gli spettatori innanzittutto per il nuovo taglio curatoriale attraverso il quale è stata costruita la mostra.
Il giovane critico infatti, con grande competenza e conoscenza, ha proposto un’incredibile miscellanea di opere ed autori, molti appartenenti al passato, creando di fatto un cortocircuito estetico tra storia e contemporaneità.
Nel corso dell'incontro verranno proiettate e descritte molte immagini scattate ai Giardini e all’Arsenale con l’obiettivo di evidenziare le numerose forme in cui l'artista contemporaneo - e in questo caso più che mai anche il curatore - si esprime.
La grande rassegna del 2013 - che tra l’altro ha riscosso un ottimo successo di pubblico a testimoniare che l’arte contemporanea incuriosisce ed attrae - ha messo in evidenza una serie di ricerche anche molto distanti fra loro; avvicinare queste opere, verificare le similitudini e le differenze con cui operano gli artisti, cercare agganci con il passato o con l’attualità è apparso, in questa edizione della Biennale, più che mai naturale, proprio perché la proposta curatoriale è stata molteplice, diversificata e ben orchestrata: il curatore si è fatto abile regista di suggestioni e lo spettatore ha potuto immergersi in una proposta di cui si è sentito parte integrante.
La Biennale, proprio per la sua cadenza e per il forte spirito internazionale che la contraddistingue, è il luogo perfetto per comprendere di volta in volta la ricerca contemporanea nella sua evoluzione e anche per chiarire i rimandi con l’arte del passato: è in sostanza una piattaforma generale per le ide, che dimostra che l’arte non è morta ma più viva che mai.
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