Tra i primi acquisti fatti dal Museo Revoltella pochi anni dopo la sua fondazione, avvenuta nel 1872, c'è un dipinto di soggetto storico firmato dal modenese Giovanni Muzzioli (1854-1894), "L'offerta nuziale". A quel tempo (era il 1884) il Curatorio del museo, cioè l'organismo di gestione a cui erano affidate le scelte delle opere da acquistare, aspirava ad entrare in possesso di soggetti storici, ritenuti di maggiore pregio rispetto ai paesaggi, ai ritratti e alle scene di genere già posseduti.
Il dipinto presenta una ricostruzione del rito nuziale romano con una fedeltà assoluta ai dati documentari e archeologici. Anche la composizione, rigidamente compresa tra il piano del riguardante e il basamento del tempio, decorato di bassorilievi e coronato dall'elegante balaustrata marmorea, ribadisce il senso "classico" di ordine e misura suggerito anzitutto dalla nitida tecnica esecutiva. Anche la scelta rigorosa e "purista" dell'illuminazione zenitale é funzionale alla chiarezza visiva di Muzzioli, che dimostra anche in questa occasione, di subire il fascino della ricerca verista di Alma Tadema e della contemporanea scuola accademica anglosassone.
L'opera costituisce uno degli acquisti auspicati dal
conservatore Alfredo Tominz nella relazione al Curatorio del Museo
sull'Esposizione Nazionale di Torino del 1884, dove il dipinto si trovava in
mostra nella sala XXI. Richiesti a Torino i prezzi dei dipinti, l'opera é
dichiarata vendibile per 5.500 lire. Contattato direttamente l'autore se ne ottiene
un ribasso a lire 4.000. Il pittore accetta l'offerta e ringrazia il Curatorio
per aver scelto l'opera che, sottratte le 25 lire necessarie per la spedizione,
viene pagata all'autore lire 3.975.
Il dipinto fu esposto nel 1894 alla mostra organizzata per commemorare
l'artista in Modena, ma il prestito non venne concesso per l'esposizione
veneziana del 1903.
L'”Offerta nuziale”
si configura come uno degli esiti migliori del pittore modenese e si colloca
nel pieno della sua maturità artistica. La tela era stata così segnalata da
Tominz: " ... ha molti pregi per l'artista essendo lavoro di una tecnica
eccezionale, ma non di grande effetto per l'occhio profano". Il dipinto
presenta una ricostruzione del rito nuziale romano con una fedeltà assoluta ai
dati documentari e archeologici. Anche la composizione, rigidamente compresa
tra il piano del riguardante e il basamento del tempio, decorato di
bassorilievi e coronato dall'elegante balaustrata marmorea, ribadisce il senso
"classico" di ordine e misura suggerito anzitutto dalla nitida
tecnica esecutiva. Anche la scelta rigorosa e "purista"
dell'illuminazione zenitale é funzionale alla chiarezza visiva di Muzzioli, che
dimostra anche in questa occasione, di subire il fascino della ricerca verista
di Alma Tadema e della contemporanea scuola accademica anglosassone.
Muzzioli Giovanni
(Modena 1854 - ivi 1894)
Modenese di nascita, inizia il proprio alunnato
artistico presso la locale Accademia manifestando, sin dall'inizio, una certa
propensione alle istanze veristiche che sembrano avvicinarlo al linguaggio di
Domenico Morelli. E’ questo il caso del giovanile Torquato Tasso
all'Ospedale di Sant'Anna (Modena, Galleria Poletti) che gli vale il Premio
Poletti nel 1872. In virtù della conseguente borsa di studio, l'artista ha modo
di soggiornare a Roma per un triennio (1873-75), durante il quale è allievo di
Podesti, e a Firenze per il successivo 1876. Nel dipinto Poppea si fa
portare la testa di Ottavia del 1875 (Modena, Galleria Poletti), Muzzioli
propone una ricostruzione storica minuziosa, inverata da un linguaggio formale
realistico, forse sostenuto dall'ausilio del mezzo fotografico, come anche ne La
danza delle spade del 1878 (Modena, Raccolta Provinciale). Questo
linguaggio veristico applicato alla puntigliose ricostruzioni d'ambiente per i
soggetti storici hanno indotto la
critica a definirlo un Alma Tadema italiano. Concorrono in effetti alla
determinazione del suo stile vari
influssi, che hanno modo di esercitarsi per la frequentazione dello
studio di Nino Costa, dove il Muzzioli può incontrare Leighton e, appunto, Alma
Tadema, i rappresentanti del classicismo accademico inglese.
A partire
dagli anni Ottanta la pittura di Muzzioli, trasferitosi a Firenze dal 1876 e
divenuto artista di fama consolidata anche oltre i confini nazionali, si
avvicina agli esiti dei macchiaioli del Caffè Michelangelo, che frequenta
insieme a Lega e Fattori. Si ricordano per questi anni Al tempio di Bacco
(Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna), premiato a Milano nel 1881, l'Offerta
Nuziale (Trieste, Museo Revoltella), in mostra a Torino nel 1884, e il Baccanale esposto a Milano nel
1886 e poi a Parigi , al Salon del 1889.
I Funerali
di Britannico (Ferrara, Museo Civico d'Arte Moderna) sono considerati il
suo capolavoro. L'opera, esposta a Bologna nel 1888 tra gli applausi della
critica, sembra indirizzarsi verso le esperienze cromatiche che saranno proprie
del divisionismo.
La produzione
tarda si pone sulla linea dei macchiaioli, con quadri di paesaggio in cui
l'attenzione luministica, da sempre filo conduttore nell'arte di Muzzioli, trova
il modo di sganciarsi dalla solida impalcatura disegnativa che caratterizzava
la pittura a soggetto storico. Notevoli anche le prove nel campo della pittura
di genere e della ritrattistica: un nucleo consistente di ritratti si trova al
Museo Civico di Modena, la città natale che lo vide rientrare da Firenze per
morirvi, a soli quarant'anni, nel 1894.
scheda di A. Drigo
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