Tra antico e contemporaneo. Tra pubblico e privato. Tra interno ed
esterno. Simbologia e realtà, luci e ombre. Soprattutto luci, come quelle
dell’intervento “Punto” di Anna Pontel e del videomapping di Fulvio Sabbia,
proiettate sulla facciata esterna del Revoltella, a creare una sorta di grande
finestra-ponte tra la città e il polo d’arte moderna, tra l’austero palazzo
nobiliare e le avanguardie artistiche.
Inaugurata la mostra “Museo illuminato, arte contemporanea e nuovi
percorsi museali”, rassegna legata a doppio filo alla mostra “Corrispondenze
d’arte” (settembre 2011) di cui è il naturale prolungamento, una sorta di
sequel, ma con alcune differenze concettuali. >>>>
Vale a dire che l’obiettivo primario rimane quello di valorizzare il patrimonio museale custodito nella splendida residenza del barone Pasquale Revoltella – oggi museo per sua volontà – sempre però con un’attenzione particolare alla contemporaneità. Una felice contaminazione artistica di opere d’arte e di pensiero per creare una sorta di vero e proprio «corto circuito estetico che faccia da ponte tra il museo e gli artisti contemporanei», spiega la direttrice del Revoltella, Maria Masau Dan.
Vale a dire che l’obiettivo primario rimane quello di valorizzare il patrimonio museale custodito nella splendida residenza del barone Pasquale Revoltella – oggi museo per sua volontà – sempre però con un’attenzione particolare alla contemporaneità. Una felice contaminazione artistica di opere d’arte e di pensiero per creare una sorta di vero e proprio «corto circuito estetico che faccia da ponte tra il museo e gli artisti contemporanei», spiega la direttrice del Revoltella, Maria Masau Dan.
Božica Dea Matasić
|
Diversamente dalla versione pilota di “Corrispondenze d’arte” del
’77, il variegato gruppo di artisti italiani, croati, sloveni e austriaci
coinvolto nel progetto curato da Lorenzo Michelli (sonorizzazioni Marco
Laurenti e Damiano Marconi), è in relazione di creativi sensi esclusivamente
con le sale della sontuosa dimora del barone imprenditore, simbolo dell’età
dell’oro della Trieste emporiale. Progettato dall’architetto berlinese
Friederich Hitzig, il palazzo di Pasquale Revoltella rifletteva infatti
l’indiscusso prestigio sociale ed economico acquisito a livello internazionale
dal barone-manager con una fortunata serie di operazioni di successo. Una tra
tutte, l’aver partecipato al taglio dell’istmo di Suez. Ad interpretare,
rivisitare, rappresentare ognuno con la propria visione artistica le diverse
anime del palazzo, Hanno Kautz, Maria Elisabetta Novello, Aldo Ghirardello,
Uršula Berlot, Giulio Frigo, Paolo Cervi Kervischer, Giorgio Valvassori, Božica
Dea Matasic, Carlo Bach, Serse, Paola Pisani e Luciano Celli.
Carlo Bach |
La rassegna, che sarà visitabile fino al 2 marzo, ruota difatti
attorno all’interpretazione-ambientazione delle tre dimensioni, quella
dell’uomo e quella della residenza. Il piano alto, quello delle relazioni
sociali, mette in scena con l’opulenza dei suoi saloni di rappresentanza il
lato pubblico del ricco imprenditore: nella sala da ballo si trovano così
esposti i lavori dell’artista croata Matasic. Abbaglianti nella loro purezza
invece i giganto “diamanti” di Serse, mentre il videomapping con lanterna magica
di Paola Pisani anima la stanza delle muse e della musica. La parte bassa del
palazzo, con le stanze private, la biblioteca e il sontuoso atrio,
rappresentano invece la chiave di lettura per capire l’uomo senza
sovrastrutture sociali. Nella biblioteca è esposto l’intervento “I silenti” di
Maria Elisabetta Novello, opera dalla rarefatta delicatezza sull’importanza
della memoria e della scrittura. Nella sala attigua, dedicata al grande
ritrattista Giuseppe Tominz, accostati alle sue opere gli elementi quotidiani
di Aldo Ghirardello. Ospiti della sala dedicata alla rappresentazione della
donna nell’Ottocento le inconfondibili figure femminili firmate dal pittore
Paolo Cervi Kervischer. A chiudere il percorso espositivo l’omaggio a Livio
Schiozzi con l’opera “Piramide interrata” donata al Revoltella.
Patrizia Piccione, "Il Piccolo", 21 dicembre 2013
L'opera di Hanno Kautz è ispirata alla Fontana della Ninfa Aurisina di Pietro Magni (1858) collocata ai piedi dello scalone di Palazzo Revoltella.
Hanno Kautz |
Giorgio Valvassori |
Nessun commento:
Posta un commento