domenica 22 dicembre 2013

Museo illuminato. Arte contemporanea e nuovi percorsi museali


Tra antico e contemporaneo. Tra pubblico e privato. Tra interno ed esterno. Simbologia e realtà, luci e ombre. Soprattutto luci, come quelle dell’intervento “Punto” di Anna Pontel e del videomapping di Fulvio Sabbia, proiettate sulla facciata esterna del Revoltella, a creare una sorta di grande finestra-ponte tra la città e il polo d’arte moderna, tra l’austero palazzo nobiliare e le avanguardie artistiche.

Inaugurata la mostra “Museo illuminato, arte contemporanea e nuovi percorsi museali”, rassegna legata a doppio filo alla mostra “Corrispondenze d’arte” (settembre 2011) di cui è il naturale prolungamento, una sorta di sequel, ma con alcune differenze concettuali. >>>>

Vale a dire che l’obiettivo primario rimane quello di valorizzare il patrimonio museale custodito nella splendida residenza del barone Pasquale Revoltella – oggi museo per sua volontà – sempre però con un’attenzione particolare alla contemporaneità. Una felice contaminazione artistica di opere d’arte e di pensiero per creare una sorta di vero e proprio «corto circuito estetico che faccia da ponte tra il museo e gli artisti contemporanei», spiega la direttrice del Revoltella, Maria Masau Dan.



Božica Dea Matasić
Diversamente dalla versione pilota di “Corrispondenze d’arte” del ’77, il variegato gruppo di artisti italiani, croati, sloveni e austriaci coinvolto nel progetto curato da Lorenzo Michelli (sonorizzazioni Marco Laurenti e Damiano Marconi), è in relazione di creativi sensi esclusivamente con le sale della sontuosa dimora del barone imprenditore, simbolo dell’età dell’oro della Trieste emporiale. Progettato dall’architetto berlinese Friederich Hitzig, il palazzo di Pasquale Revoltella rifletteva infatti l’indiscusso prestigio sociale ed economico acquisito a livello internazionale dal barone-manager con una fortunata serie di operazioni di successo. Una tra tutte, l’aver partecipato al taglio dell’istmo di Suez. Ad interpretare, rivisitare, rappresentare ognuno con la propria visione artistica le diverse anime del palazzo, Hanno Kautz, Maria Elisabetta Novello, Aldo Ghirardello, Uršula Berlot, Giulio Frigo, Paolo Cervi Kervischer, Giorgio Valvassori, Božica Dea Matasic, Carlo Bach, Serse, Paola Pisani e Luciano Celli.
Carlo Bach

La rassegna, che sarà visitabile fino al 2 marzo, ruota difatti attorno all’interpretazione-ambientazione delle tre dimensioni, quella dell’uomo e quella della residenza. Il piano alto, quello delle relazioni sociali, mette in scena con l’opulenza dei suoi saloni di rappresentanza il lato pubblico del ricco imprenditore: nella sala da ballo si trovano così esposti i lavori dell’artista croata Matasic. Abbaglianti nella loro purezza invece i giganto “diamanti” di Serse, mentre il videomapping con lanterna magica di Paola Pisani anima la stanza delle muse e della musica. La parte bassa del palazzo, con le stanze private, la biblioteca e il sontuoso atrio, rappresentano invece la chiave di lettura per capire l’uomo senza sovrastrutture sociali. Nella biblioteca è esposto l’intervento “I silenti” di Maria Elisabetta Novello, opera dalla rarefatta delicatezza sull’importanza della memoria e della scrittura. Nella sala attigua, dedicata al grande ritrattista Giuseppe Tominz, accostati alle sue opere gli elementi quotidiani di Aldo Ghirardello. Ospiti della sala dedicata alla rappresentazione della donna nell’Ottocento le inconfondibili figure femminili firmate dal pittore Paolo Cervi Kervischer. A chiudere il percorso espositivo l’omaggio a Livio Schiozzi con l’opera “Piramide interrata” donata al Revoltella.
 
Patrizia Piccione, "Il Piccolo", 21 dicembre 2013
 
L'opera di Hanno Kautz è ispirata alla Fontana della Ninfa Aurisina di Pietro Magni (1858) collocata ai piedi dello scalone di Palazzo Revoltella.
Hanno Kautz
Hanno Kautz (particolare)


Nello "scrittoio particolare" del barone Revoltella, collocato al primo piano del palazzo, ha trovato posto l'installazione di Giorgio Valvassori, opera a cui hanno collaborato gli studenti del Liceo Artistico "Max Fabiani" di Gorizia

Giorgio Valvassori

 


Giorgio Valvassori (particolare)


Nel salotto centrale del primo piano è esposta l'opera di Giulio Frigo che propone il tema dei giochi di luce in una combinazione tra finzione pittorica e proiezione di forme
 

 
 
Nella saletta "pompeiana" di Palazzo Revoltella, piena di rimandi all'antico, Luciano Celli ha collocato un Minotauro in edizione contemporanea costituito da un materiale e da un colore del tutto artificiale
 
 
 
Paola Pisani ha scelto il "Gabinetto degli Specchi" e ha creato "abiti" luminosi per le quattro statue
 

 
Aldo Ghirardello si confronta con un maestro del ritratto, Giuseppe Tominz e gli contrappone i suoi ritratti e autoritratti, connotati da un tono intimistico e domestico, così diverso dal tono aulico degli altri
 
 
Serse espone i suoi diamanti nella Sala della Musica, una delle più belle del secondo piano
 
 
 
 

Nella biblioteca di Pasquale Revoltella l'opera di M. Elisabetta Novello inganna con la solidità dell'epigrafe lapidea ma in realtà è fatta di uno strato compatto ma fragilissimo di cenere
 

 Uršula Berlot propone due opere nella camera da letto di Revoltella, giocando - sia pure con mezzi diversi - sulle infinite possibilità espressive della luce proiettata


 Questa piramide è un omaggio a Livio Schiozzi, artista che per primo, nel 2006, progettò una mostra nell'ambito del palazzo baronale iniziando a sperimentare un dialogo fra l'antico e il contemporaneo

 
Paolo Cervi Kervischer non poteva che "interferire" con le immagini femminili esposte nella sala rossa del primo piano, aggiungendo un rimando alle interpretazioni del nudo che ci hanno lasciato grandi artisti come Matisse

 

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