L'architetto Valle, raffigurato di tre quarti, tiene in mano
un documento che permette di riconoscere immediatamente la sua identità: il
progetto della casa costruita, nel 1825, per il conte Matteo Ivanovich in Riva
Sauro n.6. >>>
Fondamentale, per correggere e completare i dati biografici
già noti dell’architetto, è stata la scoperta del suo testamento, conservato
presso l'Archivio di Stato di Trieste (Archivio Notarile di Trieste, serie
"Testamenti" b. 21,
a . 1854). Questo documento, oltre che fornire la data
esatta della morte di Valle, 1856, (e
non 1850, come generalmente indicato nei testi), ha consentito di accertare
l'identità della bambina raffigurata alle sue spalle: si tratta della figlia
Agnese, nata nel 1819 e ultimogenita dell'architetto (che aveva anche due figli
maschi, Brigido e Giuseppe), abbigliata e pettinata secondo la moda della
seconda metà degli anni venti. L'età dimostrata dai due personaggi e la data
del progetto di casa Ivanovich fanno pensare ad una collocazione di poco
successiva al 1825, in
quanto è difficile credere che l'architetto si sia fatto ritrarre con un
progetto di molti anni prima. La presenza della sola bimba, inoltre, si
spiegherebbe con il fatto che Valle era vedovo e che non si era ancora
risposato. Il ritratto, tra l’altro, darebbe ulteriore conferma dell'arrivo di
Tominz a Trieste già nel 1825 e del fatto che i suoi primi contatti furono con
altri immigrati friulani (Valle, Gatteri…). In particolare, la conoscenza di
Valle poteva fargli sperare in una commissione per la decorazione pittorica
della chiesa di S. Antonio Nuovo, che, però, non arrivò.
Valentino Valle era un architetto di origine friulana (1774-1856) che si era trasferito nel
capoluogo giuliano nel primo decennio dell'Ottocento, come si può desumere da
un documento datato 1808, conservato all'Archivio di Stato di Trieste (I.R.
Governo di Trieste, b. 377, f .1772),
nel quale viene richiesta l'autorizzazione all'edificazione di una casa, su un
terreno di proprietà dello stesso Valle, nel Borgo Franceschino.
Dopo un apprendistato come scalpellino - che gli lasciò
l'amore per la cura degli elementi architettonici in pietra viva, balconi e
incorniciature delle finestre - Valle fu apprendista presso Giovanni Righetti
il Vecchio, del quale, dopo il 1822, divenne socio e amministratore
dell'impresa edile. Negli anni venti e trenta progettò diverse case nel Borgo
Giuseppino, come quella per Carlo d'Ottavio Fontana, passata poi ai baroni
Sartorio e quindi ai Tripcovich (1825) e quella disegnata, l'anno successivo,
per i negozianti ebrei Hierschel. Come imprenditore, realizzò diverse
fabbriche: la chiesa di Sant'Antonio Taumaturgo (1828-1836), Palazzo Costanzi e
il Tergesteo (1840). ("La porta orientale", 1954). Grazie alla sua
attività, Valle divenne uno dei personaggi di maggior rilievo della città,
tanto da rientrare tra i quaranta membri del Consiglio Ferdinandiano.
Proprietario di diversi immobili in città - tra i quali la casa n.122 di via
Santi Martiri, dove abitava - ipotecò il proprio stabile n.1698, in Contrada
dei Bacchi, per aiutare la figlia Agnese, sposata ad Eugenio Hell nobile de
Heldenwerth, a "piantare un negozio di ferreria e metalli fusi".
Quest'ultima morì a Trieste nel 1876.
Nicoletta Bressan
Valentino Valle e la figlia, 1825-28
olio su tela, cm 77,5x101
Trieste, Civico Museo Revoltella
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